Da giorni si parla su tutti i media dell’incredibile successo ottenuto nel campionato di “prima serie” inglese da Claudio Ranieri,, romano, allenatore dei Leicester. Ognuno ne da la sua interpretazione, cerca di comprendere il fenomeno, di coglierne i lati più significativi ma rimane il fatto che la sua vittoria era data all’inizio dell’anno a 1 a 5000 e chi avesse solo scommesso 100 euro ora avrebbe vinto 500.000, mezzo milione di euro! E dire che gli inglesi, in fatto di scommesse, se ne intendono. D’altra parte era stato appena “esonerato” dalla Grecia per aver perso una partita con una nazionalità di un piccolo arcipelago di isole sperdute.
Non seguo assiduamente il calcio, ne quello inglese ma l’impresa è stata cosi eclatante che ho voluto approfondirla. Soprattutto applicando il mio approccio cromatico del colore delle persone coinvolte. Ne è uscito un simpatico triangolo rettangolo con i vertici colorati di blu, giallo e rosso e l’ipotenusa quasi perfettamente verticale! Coincidenza o frutto della teoria delle coincidenze junghiane? Ecco la figura completa:
Rosso in Inghilterrra, Blu in Italia e Giallo in nord africa
I vertici del triangolo sono i luoghi di nascita o di origine fondamentali dei tre personaggi, a mio avviso, più importanti dell’impresa.
Ranieri, Roma Ok.
Mahrez sebbene nato in Francia con forti radici culturali algerine e marocchine. Ho riportato esattamente il luogo di nascita di suo padre sul quale si legge in rete:
“Mahrez’s father had played football in Algeria.[6] When Mahrez was fifteen, his father died of a heart attack. He reflected that “I don’t know if I started to be more serious but after the death of my dad things started to go for me. Maybe in my head I wanted it more”“
Di fatto la morte prematura del padre, calciatore è stata assimilata ed elaborata da Mahrez come molla e stimolo per voler far di più. e di più ha fatto visto che ha appena vinto la scorsa settimana la coppa come migliore giocatore dell’anno (PFA Player of the Year) incarnando, a dire di molti, lo spirito della squadra.
Vardy, inglese di Sheffield, miglior attaccante del campionato in termini di reti effettuate e non solo. Reti fatte, soprattutto su assist e su palle create e inviate da Mahrez. Mitico, significativo e simbolico il goal fatto nella partita con il Chelsea il 15 -12-15 dell’ 1-0 .
Ranieri: un blu storico che è riuscito a superare il tipico limite del suo colore prevalente dato dal “dubbio”. Sulla tattica e sulla formazione facendo MENO cambiamenti di ogni altra squadra del campionato: solo 13 sostituzioni. Determinato, tattico e capace di creare, valorizzare e gestire la coppia vincente e cuore della squadra, a mio dire di Vardy e Mahrez. Un pianificatore, un soggetto capace di porre regole e premi e di poi capace di negare le stesse regole stupendo e superando se stesso e la sua coerenza e la stessa ottusità di una cromia blu isolata. In questo grazie ad un innesto forte rosso di coraggio e determinazione e negazione del dubbio e delle incertezze. Segno di grande maturità. Memorabile quando disse che se la squadra faceva 9 punti in tre partite avrebbe dato una settimana libera a tutti. Poi ne fece solo 6 ma dette comunque lo stesso il premio da 9 punti perchè “sebbene non abbiano conseguito il risultato concordato…hanno giocato meravigliosamente bene….gli ho detto per me è come se aveste fatto 9 punti e prendere tutta la settimana libera”. Sempre a suo dire
non mi interessano gli errori, voglio vedere come reagite, quello che ho sempre richiesto a questa squadra è stata la prestazione e ho sempre detto che non mi è mai importato il risultato …vederli giocare da squadra in 11 ed aiutarsi uno con l’altro……quando vi vedo determinati a lottare su ogni pallone allo spasimo come se fosse l’ultimo pallone della partita che può risolvere in un modo o l’altro la partita …io sarò sempre soddisfatto.
Dunque una sapiente attenzione al processo e non al risultato in un epoca fissata per i risultati che troppo spesso, in modo machiavellico, antepone i fini ai mezzi dimenticando la passione, l’etica e l’importanza della focalizzazione sul PRESENTE e sull’ORA.
Il suo mantra, anche quando oramai era chiaro che sarebbe andato al vertice della classifica era “giochiamo per evitare la retrocessione! sic!. Dunque aspettative zero, componente verde zero. Massima carica rossa anche nella forma del “timore” infondato. Dunque un Blu maturo arricchito, solo alla attuale età, della giusta vena rossa scura che ha fatto uscire tutto il suo potenziale tattico e cerebrale. Quello che non ha capito quasi nessuno e sicuramente non i bookmakers che lo davano 1 a 5000 è che il suo successo di oggi si fonda e trae l’energia più profonda nella globale, umiliante e scioccante sconfitta con la nazionale Grecia in casa contro la nazionale delle isole Far Oer. La stampa nostrana ed internazionale fu secca e acida. Senza appello.
Sicuramente non a livello consapevole ma a livello inconscio e comunque a livello dialettico l’aver (voluto) toccato il fondo, il minimo, con una figuraccia internazionale irrecuperabile considerando la sua età, è stato il primo momento per “caricare la molla motivazionale” e comunque trovare la giusta energia interna per convertire la vena rossa chiara in rossa scura, in determinazione coraggiosa tipica di chi non ha più, ormai, nulla da perdere. Il suo sogno verde di vincere uno scudetto prima o poi covava sotto la cenere ma non era ne è mai emerso esplicito ma l’uomo ha capito e realizzato che necessitava di un “memorabile errore”, soprattutto e SOLO in considerazione della sua visione del mondo, weltanschauung, dove gli errori non sono importanti in sé ma contano nella “reazione che suscitano” e dunque nel processo che innescano per il loro superamento e la loro “assimilazione” che necessità dello stesso “scenario” globale per il superamento. Come una molla che più si reprime e comprime più da energia interna di “rimbalzo”. Ma questa dinamica non è tipica di tutti, molti sotto un peso eccessivo si spezzano e si rompono entrando in depressione o in rabbia, colpa ed atteggiamenti bulimici come spesso i “gialli”. Son prevalentemente i rossi che hanno una loro autostima indipendente a reggere maggiormente tali pesi (anche se poi son chiari difficilmente si mettono un peso sulle spalle…perché ne han paura!) e se poi “capita” che abbiano anche una notevole capacità “blu” cerebrale configurata in modo da percepire l’errore, l’offesa e la “figuraccia” come elemento di crescita, di superamento e di reazione di orgoglio ecco li che abbiamo trovato una lega di acciaio e una formula per la previsione del successo. Mi viene in mente Job Steve che fu licenziato dalla sua stessa azienda perdendo la sua stessa creatura per poi, dopo vari viaggi nello spazio (India) e nello spirito è diventato rosso scuro tanto da fare ogni giorno un isolato a piedi nudi (bilanciare la vena verde e fortificare il senso di realtà di stare con i piedi per terra) e parcheggiare, almeno cosi si dice e raccontano in rete, la propria macchina senza targa sul posto per gli invalidi (sarà vero o sarà leggenda? e magari è capitato una sola volta… chissà) fino a fare la grande azienda della Apple che è ancora oggi leader mondiale.
Ritornando al GRANDE Ranieri, pertanto il passaggio da chiaro a scuro della sua vena rossa ha liberato i 30 anni di esperienza e capacità mentale blu.
Ma la sua capacità principale è stata quella, appunto di stare ai “margini”, nella retrovia e far parlare i fatti, o meglio , la coppia perfetta suddetta. Sulla cambiamento della vena in scura e sul perché dovrei approfondire ma non ho qui il tempo…
Mahrez e Vardy. Un mussulmano e un occidentale. Coppia perfetta nella sua opposizione.
Mahrez, come già detto e anche per sua origine cultura e impronta nordafricana giallo, fortemente giallo, compiacente, di servizio alla ricerca del riscontro e del premio ..che poi infatti è arrivato con la coppa recente. Una persona la cui autostima passa per la stima delle persone da lui stimate e che ha piacere a fare un gioco di assist e di servizio. Ma rimando al libro sul Colore delle Persone per le altre caratteristiche. Non mi meraviglierei se è un amante dei datteri.
Vardy, un rosso tipicamente inglese. Un predestinato, sicuro di se e determinato, capace di sfruttura e realizzare tutte le opportunità per metter su il SUO nome. Ed infatti massimo cannoniere di campionato. Con un sano egoismo. Unico, Simbolico. Icona della squadra e del team capace di venature gialle e comunque di gratitudine. Memorabile la sua firma al biglietto lasciato allo stadio nella partita contro il Chelsea di Mourinho su ogni seggiolino un biglietto come in figura:
A nome della squadra vorrei dire un enorme ‘grazie’ per il magnifico sostegno che abbiamo ricevuto durante questa stagione. Sentire il boato della folla ci fa credere che tutto sia possibile e speriamo che voi capiate quanto è importante il vostro ruolo nel gioco
Con questo gesto, sicuramente ragionato da tutto il team, ha idealmente esteso la formazione degli 11 agli 11.000 e più tifosi e ha ottenuto la carica emotiva poi rilasciata con il goal suddetto su assist di Mahrez del 1-0!!! L’incontro poi era anche simbolico fra gli allenatori Ranieri e Mourinho e nonostante quanto quest’ultimo avesse detto del primo proverbiale l’apprezzamento del gioco di Ranieri a Mourinho a fine partita!
I due giocatori han realizzato a livello di squadra fra due ruoli e persone la sana dialettica che tutti noi abbiamo fra parte rettile rossa e parte limbica gialla. E Ranieri, blu, nel ruolo di neocorteccia sinistra ha saputo permettere e favorire tale dialettica tollerandola ed allevandola senza atteggiamenti infantili, repressivi e cognitivi. Anzi, con una passione e felicità data dalla sua identità anche di ex giocatore.
Il tutto da esempio per tutti noi italiani, potenzialmente tutti allenatori, nel saper riconoscere, e favorire nei gruppi in cui siamo coppie e dinamiche vincenti e complementari con coraggio e determinazione superando le incertezze, i dubbi e i tentennamenti, vivendo gli errori come momenti di crescita e fonti di reazione e ricarica.
Da ultimo, dimenticavo, perché il triangolo rettangolo con angolo retto a Roma e asse dell’ipotenusa perfettamente verticale? Quale è mai il senso di questa pura coincidenza? Non lo so e lo chiedo a voi.
Son aperto a suggerimenti e idee….un nuovo triangolo misterioso come quello delle bermuda 🙂
P.S. (esclusivo della ver. 3)
Abbiamo analizzato le sfumature e le dinamiche di un successo imprevedibile ma che dire degli insuccessi sorprendenti?
Non è cosi inusuale incontrare persone di successo, presidenti, amministratori delegati, leader che in una ipotetica sindrome autolesionista compiono azioni, dicono cose che ledono gravemente all’organizzazione e al loro stesso stato. Al momento sospendiamo il giudizio seguendo un principio e criterio di “autorità”. Della serie “se dice questo, se fa questo saprà il fatto suo e io chi sono per poterlo capire. Infondo se è dove è significa che “alla fine” ha ragione”. Poi quando vediamo l’esito disastroso e ripercorriamo la storia degli errori ci chiediamo perché o nessun altro abbia detto che “il re era nudo”.
Invero così come dietro ogni grande successo si può nascondere un grande insuccesso facente funzione di “carica motivazionale profonda”, cosi dietro ogni grande insuccesso o semplice delusione delle aspettative si può nascondere un successo, un traguardo raggiunto, una sfida vinta che ha “decompresso”, “scaricato” il soggetto. Un soggetto tipicamente rosso scuro/giallo chiaro che non sente il bisogno delle “riconferme” come i gialli scuri ma quando è messo in dubbio nella sua identità profonda dall’insuccesso, oppure meglio dal “tradimento” della regola convenuta, ha il potenziale di accumulare tutta l’energia motivazionale necessaria per il “ripristino” della propria immagine e soprattutto del “ruolo” negato.
In effetti si è sempre detto che la gestione del successo non è scontata ed esso stesso è frutto del processo che l’ha generato ma questa ultima visione su esposta ci da ulteriori elementi di comprensione per prevedere le disfatte o le fortune dei leader a noi contemporanei.
Un ultima considerazione: questa vista è stata una tipica dinamica di “rimbalzo” di soggetti “molla” capaci di caricarsi negli errori e scaricarsi nei successi con naturale effetto “ritorno” sul loro valor medio. Ma quale potrebbe esser una dinamica di “decollo e messa in orbita”? Come riconoscere e distinguere i leader “ormai in orbita” da quelli “cometa”? Questo punto è fondamentale soprattutto per le realtà imprenditoriali, per le startup, le aziende tecnologiche che hanno dei tassi di crescita molto veloci.
Abbiamo già visto che Job Steve è stato lui stesso attore di una dinamica di “rimbalzo”, prima professionale, poi, ahimè, tremendamente umana che l’ha portato alla morte prematura.
La sua creazione, la Apple, comunque, grazie soprattutto a lui è “decollata” e da molti anni ha una capitalizzazione in borsa “stellare”. Dopo la morte di Steve molti hanno avuto il timore del “collasso” e della “continuità” ma solo ultimamente sta avendo alcuni segni di “contenimento” della crescita e dopo 13 anni ha perso il 13% del fatturato. Ma questo è un altro post. Forse il prossimo.